Un’azione di arte pubblica di Marcello Di Camillo con la cospirazione di Casa del Cuculo e su invito del Comitato Scarpe Spaiate.
Una ventina di murales in un palazzo del centro storico di Forlì, l’artista ci ha messo il suo linguaggio, il come raccontare, la cittadinanza il contenuto, il cosa raccontare e tutti o per lo meno tanti hanno messo un contributo per permettere a questa azione di esistere economicamente.

Una comunità che si è regalata un’azione artistica.
Tutte le persone, animali, aziende, o ricordi che hanno fatto parte di questa squadra di sostenitori sono menzionati direttamente sui muri dell'ex Fabbrica Battistini e in fondo a questa pagina.
Quante persone: 245
Quale cifra è stata raccolta: 11.475 €

Autunno 2019. Per una settimana ho dipinto l’esterno di un armadio in pubblico presso la Piazzetta delle Operaie chiedendo alle persone di mettere dentro all’armadio cosa avrebbero voluto raccontassi con la mia pittura quando poi sarei andato a dipingere sui muri.
Risultato: un centinaio di stimoli tra cui lettere, oggetti, libri, alimenti, storie, libri, racconti, parole, testimonianze, poesie, disegni, valori.

2020/2021- Gli attori principali dei dipinti scelti dall'artista sono bambini per via del loro potere di aprire porte nello sguardo dei fruitori.
La maggior parte dei dipinti rispondono a più stimoli contemporaneamente data la quantità enorme di materiale raccolto sul luogo, nell’armadio e nelle ricerche svolte.
In uno dei murales un bambino scrive sul muro tutti i nomi delle persone che hanno sostenuto e reso possibile l’azione e in un altro invece è riprodotta una legenda di tutta l'opera con contenuti raccolti e collegamenti ai dipinti.

Come rendere accessibili e visibili tutti i contenuti raccolti che non possono essere raccontati pienamente nei dipinti? A chi lasciare il testimone?
Sarebbe troppo facile fossi stato a raccontare i contenuti che stanno dietro ai murales, lo faranno invece i bambini, gli abitanti della zona, i frequentatori della Piazzetta e tante altre realtà. È attraverso le loro voci che entrerete in contatto con le opere perché saranno loro nel tempo che continueranno ad abitare questi spazi, saranno loro gli eredi di questa azione.